martedì 15 luglio 2025

“Conceptual Poop Art” di Giorgio De Cesario a Gallipoli 150 opere


 

“Conceptual Poop Art”, la nuova mostra di Giorgio De Cesario a cura di Emmanuel Mons delle Roche, vuole essere essenzialmente una provocazione estetica contro i paradossi del mercato dell’arte contemporanea, ma, nello stesso tempo, rappresenta un viaggio tra le sue 150 opere e i suoi personaggi con i volti in argilla in rilievo sulla tela. Non solo. Per la prima volta sono esposti al pubblico i suoi studi per la realizzazione di cravatte che riproducono particolari di famose opere d’arte. Invitati d’onore saranno infatti alcuni rappresentanti dell’industria tessile e di cravattifici italiani e stranieri.

La mostra si svolgerà presso la galleria permanente dell’artista ubicata ne La Casa degli Artisti di Gallipoli in via Lepanto 1. Sarà aperta al pubblico ogni giorno dal 2 agosto al 30 ottobre 2025 dalle ore 18 alle ore 20. Ingresso gratuito.

“Conceptual Poop Art” di Giorgio De Cesario

Una provocazione estetica contro i paradossi del mercato dell’arte contemporanea

Noto per le sue opere policromatiche e fortemente identitarie, Giorgio De Cesario – artista e architetto salentino – ha sempre saputo coniugare la tradizione e l’innovazione, la materia e il simbolismo. I suoi iconici volti femminili in argilla incastonati su tela e impreziositi da orecchini veri, parlano di un’arte viva, sensuale, radicata nel territorio e al tempo stesso aperta alla critica sociale e culturale.

Con la sua nuova opera “Conceptual Poop Art”, De Cesario si inserisce con forza nel dibattito sull'autenticità e il valore dell’arte contemporanea, proponendo una dichiarata e caustica contestazione all’ormai celeberrima “Comedian” di Maurizio Cattelan – la banana incollata al muro con il nastro adesivo che ha fatto il giro del mondo.

Cattelan, con la sua trovata concettuale, ha catalizzato l’attenzione globale: venduta da Sotheby’s New York per 6,2 milioni di dollari al collezionista Justin Sun, la banana è infine stata mangiata dallo stesso acquirente, diventando simbolicamente (e fisicamente) escremento umano. È da questo gesto estremo – e, per molti, ridicolo – che prende forma la risposta di De Cesario.

L’opera

“Conceptual Poop Art” nasce come elaborazione critica dell’escremento di quella banana diventata simbolo di un mercato dell’arte sempre più autoreferenziale e grottesco. De Cesario prende ciò che resta – o meglio, ciò che ne deriva – e lo trasforma in arte vera, concreta, visibile, visitabile. Con ironia e lucidità, il maestro salentino ribalta la provocazione di Cattelan e la restituisce al pubblico come riflessione sulla decadenza culturale e sull’assurdità delle valutazioni speculative nel mondo dell’arte.

La sede e l’esposizione

L’opera è esposta in modo permanente presso La Casa degli Artisti di Gallipoli, la galleria dell’artista, che rappresenta da anni un punto di riferimento per l’arte contemporanea in Salento.
L’ingresso è gratuito e l’opera è visitabile tutti i giorni dalle ore 18:00 alle 20:00, offrendo al pubblico non solo la visione di un lavoro provocatorio, ma anche l’opportunità di confrontarsi con un pensiero critico che scava nel senso più profondo del “fare arte” oggi.

Il contesto critico

De Cesario non è un outsider qualsiasi. La sua opera è stata analizzata e apprezzata da alcuni tra i maggiori critici d’arte italiani, tra cui Philippe Daverio, Giorgio Di Genova, Luciano Caramel e Federico Zeri. Le sue creazioni non si fermano all’estetica, ma diventano narrazione sociale, antropologia visiva, denuncia politica. “Conceptual Poop Art” si inserisce in questa traiettoria: un’opera che è insieme oggetto, gesto e messaggio.

Giorgio De Cesario – Peace Tree

2025, Legni marini, argilla, acciaio, ceramica smaltata
Esposta presso La Casa degli Artisti, Gallipoli

L’opera Peace Tree di Giorgio De Cesario nasce dall’incontro tra natura, memoria e impegno simbolico. Realizzata attraverso l’assemblaggio di materiali trovati in riva al mare, l’opera si compone di un grande tronco che funge da base e sostiene un secondo tronco più snello, dal quale si diramano diversi fuscelli. Alle loro estremità, l’artista ha inserito piccoli tubicini di argilla, ciascuno colorato secondo le tonalità dell’arcobaleno — potente richiamo visivo alla pace e alla speranza universale.

I due tronchi sono collegati tra loro tramite un vecchio girarrosto in acciaio, a sottolineare il contrasto e il legame tra ciò che è naturale e ciò che è stato trasformato dall’uomo. De Cesario immagina che questi legni provengano dalle coste del Medio Oriente, terre martoriate ma ricche di storia e umanità, e li riassembla per creare un simbolo benaugurante di pace nel mondo.

Alla base dei fuscelli compaiono delle lacrime di sangue in ceramica, emblema del dolore e delle sofferenze umane, contrapposte ai colori vivi e gioiosi dell’iride: una dicotomia che esprime il dramma e al tempo stesso la possibilità di redenzione.

Peace Tree è parte della mostra "Conceptual Poop Art", in esposizione presso la Casa degli Artisti di Gallipoli dal 2 agosto al 30 ottobre 2025. Durante questo periodo, i visitatori avranno la possibilità di lasciare la propria firma sul tronco principale dell’opera, trasformando il gesto artistico in una partecipazione collettiva al messaggio universale di pace.

 

Maria Cristina Maritati

La Casa degli Artisti Residenza D’artista

www.lacasadegliartisti.it

www.giorgiodecesario.it

MASCHERE, SENTIMENTI E COLORE DI GIORGIO DE CESARIO

di Emmanuel Mons delle Roche

La felicità non è evidente, sembra che Giorgio De Cesario voglia dire. I personaggi sono bianchi fra armonie cromatiche molto belle. Inoltre, essi sono plasmati come se avessero delle maschere, ma neppure queste riescono a nascondere la loro inquietudine, la loro difficoltà di vivere.
Sono bianchi (senza colori, o di tutti i colori?) in un universo ricco di colori, forse perché l’artista lascia allo spettatore la libertà di scegliere il suo colore; inoltre l’apparenza dissocia questi esseri dalla realtà : non sono capaci di comprenderla, e si fabbricano una maschera (che non nasconde i loro sentimenti, lo ripeto).
Forse il loro spirito (dissociato dal corpo e dalla realtà esterna, cosa che spiega questi colli lunghi), è di una natura diversa dalla realtà “tangibile”.
Nel lavoro di De Cesario credo ci sia tutto questo. Soltanto il suo autoritratto è differente: egli è soltanto bianco e “oggettivo”; gli altri sono neri: sono quindi l’incognita perfetta. Ma forse mi sbaglio sulle sue intenzioni.
La libertà che lascia la sua arte implica ugualmente quella da sbagliarsi.
Ne sono, in ogni caso, sedotto.

GIORGIO DE CESARIO E LA SUA INNOVATIVA TECNICA IN ARGILLA SULLA TELA

Di Giorgio Di Genova  Critico e storico dell’arte

Nel panorama dell’arte contemporanea italiana, Giorgio De Cesario si distingue come un autentico sperimentatore del visivo, capace di coniugare la materia plastica con la bidimensionalità della pittura in una sintesi ardita e profondamente personale. Le sue opere pittorico-scultoree, esplosioni di colore su supporti spesso non convenzionali, rivelano un atteggiamento che potremmo definire neo-barocco, dove l’eccesso diventa linguaggio e la teatralità si fa contenuto. L’invenzione tecnica di De Cesario – l’integrazione di volti modellati in argilla direttamente sulla superficie della tela – rappresenta un punto di rottura rispetto ai tradizionali limiti della pittura e della scultura.

È una soluzione che oltrepassa le categorie canoniche, inserendosi in una dimensione di arte totale, in cui la materia corporea dialoga con quella cromatica in una tensione continua. I suoi volti emergono dalla superficie come apparizioni ieratiche, icone contemporanee sospese tra sacro e profano, tra l’umano e il mitico. I colori vividi e squillanti, stesi su fondi sperimentali – sabbie, tessuti grezzi, materiali riflettenti – conferiscono alle sue composizioni una forza visiva quasi ipnotica. La cromia non è mai decorativa ma sempre strutturale, pensata come veicolo emotivo e psicologico.

Le sue tele si impongono allo sguardo come apparizioni rituali, in cui la presenza tattile della scultura incontra la vibrazione ottica del colore. In un'epoca in cui l’arte tende spesso all’astrazione digitale o alla ripetizione sterile di formule post-concettuali, De Cesario sceglie la via più difficile: quella della materia viva, della manualità che si sporca le mani di terra e di colore. I suoi lavori ci ricordano che la contemporaneità può ancora passare per l’artigianato d’autore, per la ricerca formale che affonda le radici nella tradizione mediterranea ma che guarda, senza paura, al futuro.

Giorgio De Cesario non solo propone una poetica visiva riconoscibile, ma firma, con la sua tecnica innovativa dei volti in argilla su tela, una delle più originali e coerenti operazioni di linguaggio dell’arte italiana degli ultimi decenni.

UN LINGUAGGIO NUOVO QUELLO DI DE CESARIO

DI Luciano Caramel

In un panorama artistico sempre più incline all’omologazione e al richiamo effimero, Giorgio De Cesario si distingue per una voce visiva profondamente personale, radicata nella sua terra salentina e al tempo stesso proiettata verso un linguaggio universale. Le sue opere coloratissime, spesso attraversate da tensioni cromatiche vibranti e cariche di una vitalità quasi tribale, rappresentano un raro esempio di fusione tra pittura e scultura, tra gesto e materia.

Particolarmente degna di nota è l’innovativa tecnica che De Cesario ha sviluppato: i volti in argilla applicati su tela, veri e propri rilievi che interrompono la bidimensionalità del quadro per affermarsi come presenze autonome, inquietanti e poetiche allo stesso tempo. Non si tratta solo di un’operazione estetica, bensì di una riflessione profonda sull’identità, sulla memoria collettiva e sulla stratificazione delle emozioni umane. Il volto, elemento ricorrente e iconico, diventa in De Cesario non tanto ritratto quanto archetipo: frammento dell’umanità, spirito della sua terra, maschera e verità. L’argilla – materia primordiale, terrestre – si fa tramite di una spiritualità arcaica ma ancora viva, che trova nella tela un altare contemporaneo.

Giorgio De Cesario non cerca il compiacimento; le sue opere provocano, destabilizzano, invitano a un dialogo silenzioso. È un artista che ha saputo creare un linguaggio nuovo, colto ma immediato, capace di evocare tanto la pittura espressionista quanto i graffiti rupestri, in un equilibrio sospeso tra passato e presente, tra il Mediterraneo e il mondo.

Giorgio De Cesario: il barocco mediterraneo in technicolor

di Philippe Daverio

È cosa rara, oggi, trovare un artista che osi colorare. Non intendo usare i colori, ma colorare il pensiero, vivacizzare la memoria, accendere lo spirito con una tavolozza che pare uscita da un sogno partenopeo, ma che ha letto Matisse e ha dialogato – magari in sogno – con Chagall.

Giorgio De Cesario è un caso a parte nella scena artistica italiana contemporanea: né concettuale né pop, ma paradossalmente entrambi. Il suo lavoro è una sorta di diario pittorico del Sud, intriso di umori mediterranei, eppure declinato con la leggerezza scenografica di un teatro dell’assurdo, in cui la figura umana si fa totem, simbolo, a volte maschera.

Il suo barocco è un barocco felice, solare, persino naïf – ma attenzione: naïf per scelta, non per limite.

È una ingenuità coltivata, come quella di certi poeti che fingono di essere semplici solo per colpire più a fondo. Le sue figure sembrano provenire da un folklore reinventato, da un Sud che non esiste più ma che vive eternamente nell’immaginario.

C’è in De Cesario una sorta di resistenza iconografica: in un mondo che disgrega, lui compone. In un mondo che frammenta, lui racconta storie intere, compatte, spesso dense di simboli, dove ogni elemento ha un ruolo quasi liturgico, anche quando è ironico o surreale. La sua arte è rituale e giocosa al tempo stesso: un rosario di colori acceso sotto il sole del Cilento, ma con echi che risalgono a Bisanzio, alla Napoli dei Vicere´, e – perché no – anche alla Palermo psichedelica di Franco Battiato.

E poi c’è la materia, che da sola meriterebbe un capitolo: De Cesario dipinge con una sorta di foga disciplinata, come se ogni pennellata fosse un atto di gioia ma anche di necessità. Le superfici vibrano, non cercano la perfezione fotografica, ma anzi, ci ricordano che l’arte è un’emanazione della vita, non la sua copia.

In definitiva, Giorgio De Cesario ci mostra che si può ancora essere pittori totali nel senso rinascimentale del termine: autori di un mondo, non solo di un’opera. E questo, in tempi di smaterializzazione culturale, è un atto rivoluzionario. Con il sorriso sulle labbra, ma pur sempre rivoluzionario.

La Cronaca trasfigurata dall’arte

di Carmelo Cipriani

De Cesario recupera fatti e protagonisti di scottante attualità calandoli in un’atmosfera da sogno. Sottratta al consueto linguaggio massmediale e depauperata delle connotazioni più turpi, la cronaca è riproposta sulla tela in termini plastico-pittorici. Designer, pittore, scultore, il poliedrico artista è artefice di un linguaggio singolare, sospeso tra aspirazioni astratte e figurazione naif.

Tela e argilla i medium privilegiati, utilizzati non in contrapposizione o secondo scelte aprioristiche, ma integrati sino a potenziare reciprocamente superficie e volume.

Da sfondi bidimensionali popolati da figure arabescate, emergono ieratici volti in argilla, archetipo dell’uomo contemporaneo, reso inespressivo e insensibile dall’incipiente omologazione.

La traslazione in un mondo fantastico conferisce allo spettatore un punto di vista distaccato, obbligandolo a riflettere sulle aberrazioni del mondo odierno, sulle tragedie quotidianamente procurate da inettitudine, disagio sociale e ignoranza.


 

venerdì 6 dicembre 2024

A Gallipoli, una MOSTRA ALIENISTA ne La Casa degli Artisti



PEACE AND LOVE, Incontri mediterranei IX edizione MOSTRA ALIENISTA

Prende il via dal 21 dicembre 2024 un altro grande evento promosso da La Casa degli Artisti di Gallipoli. Si tratta della ormai celebre mostra collettiva dal titolo PEACE AND LOVE, IX edizione, che raccoglie alcuni grandi nomi del panorama artistico-culturale contemporaneo. Direttore artistico dell’evento è l’artista salentino Giorgio De Cesario che risiede ed opera nella Casa degli Artisti dove ha sede la sua galleria permanente e dove, insieme a sua moglie Maria Cristina Maritati, è riuscito a realizzare una residenza d’artista che ospita gratuitamente eventi culturali d’ogni genere. Questa residenza è inoltre diventata, nel corso degli anni, il centro propulsore dell’Alienismo, movimento di pensiero fondato e di continuo alimentato dallo stesso De Cesario. Simbolo e leit-motiv di questa mostra sarà il “Messaggero di Pace”, soggetto dell’ultima opera di Giorgio De Cesario, cioè un angelo preposto alla diffusione di pace e amore nel mondo, come augura lo stesso titolo della mostra ed in considerazione degli attuali venti di guerra.

L’artista ha realizzato quest’opera dietro invito del critico d’arte Daniele Crippa, presidente del Museo del Parco di Portofino e fautore del progetto “La Iglesia de Los Angeles”. Tale progetto mira a popolare di angeli contemporanei la chiesa a loro dedicata nella città argentina di Salta e ha destato anche l’interesse di Papa Francesco, nativo appunto della zona di Salta. L’opera di De Cesario sarà quindi riprodotta su una piastrella di cm.25X25che andrà poi a decorare le pareti della chiesa.

Oltre a quelle di Giorgio De Cesario, la mostra ospita anche le ultime acquisizioni di Salvatore Pepe, di Rolando Zucchini e di Vittorio Rancati. In esposizione anche tutte le opere letterarie di Amanda Gesualdi e Pasquale Cavalera e le foto dal mondo di Giuseppe Caridi, tutti fedeli sostenitori dell’azione divulgativa de La Casa degli Artisti.

Di seguito alcune notizie sugli artisti partecipanti.

Amanda Gesualdi, scrittrice e ricercatrice, con all’attivo più di dieci pubblicazioni, è anche direttrice editoriale della rivista “You See”. Si occupa di coaching, psicologia, psicosofia, con particolare attenzione al mondo olistico ed alle più moderne tecniche di profilazione. Co-Fondatrice della University of Coaching, è docente e formatrice in Scienze e Tecniche del Mental Coaching e creatrice del primo percorso di Laurea in Mental Coaching sia a livello nazionale che internazionale.

Pasquale Cavalera è uno scrittore salentino che ha deciso di porre fine alla sua carriera di ingegnere per dedicarsi con successo alla letteratura, come dimostrano le sue ultime opere ”Sottomessi” (raccolta di poesie) e il romanzo “La mia famiglia a San Valentino”. Inoltre è fondatore dell’agenzia letteraria Storie di Libri, in cui attualmente ricopre il ruolo di CEO ed editor.

Vittorio Rancati, artista emergente del ferro e della lamiera, manifesta sin da piccolo una grande passione per questi materiali e per le attrezzature meccaniche, passione che è diventata la sua attività lavorativa quotidiana. Partecipa alla mostra con l’opera in ferro smaltato “Albero della vita: respiro”, la quale rappresenta infatti il respiro della natura e il suo lavoro di continua rigenerazione della vita che ci circonda.

Salvatore Pepe è uno dei maggiori esponenti del minimalismo italiano, ha partecipato a varie mostre in tutto il mondo, tra cui anche alla Biennale di Venezia, riscuotendo un grande successo di pubblico e di critica. Molte sue opere sono già presenti nella Casa degli Artisti e precisamente nella Suite Mondrian dove l’artista ha una sua galleria permanente. Nella mostra sarà esposta una sua ultima acquisizione dal titolo “Linea del Fronte”, esempio di pittura minimalista di grande impatto a livello visivo ed emozionale.

Rolando Zucchini, artista umbro di grande versatilità, è un matematico scivolato pian piano nel mondo dell’arte. Sperimenta vari supporti e varie tecniche, ama la solitudine e gli stili di vita orientali come testimonia il suo vagabondare in Cina tra i monaci buddisti. La sua opera in esposizione ha il titolo ”ST tgK 37”, un guizzo improvviso fissato sulla tela, quasi a voler dare testimonianza dell’attimo fuggente.

Giuseppe Caridi, scrittore, fotografo, attivista climatico e divulgatore; viaggiatore.

Ha visitato oltre 160 paesi nel mondo, pubblicato due diari di viaggio e esposto i suoi scatti fotografici in Europa, America, Asia e Africa. Lavora come Travel Designer, accompagnando gruppi di viaggiatori in itinerari naturalistici e culturali da lui appositamente predisposti. Figura tra i fondatori del progetto scientifico www.theclimateroute.org ed è presidente dell’Associazione Experience Your Time APS con sede in Gallipoli. E’ stato arbitro di calcio e Istruttore di Diritto Internazionale Umanitario della Croce Rossa Internazionale.

 

La Mostra sarà poi arricchita da alcuni eventi collaterali quali, ad esempio, la presentazione dell’opera prima della poetessa gallipolina Rita Corciulo dal titolo “Gocce d’Azzurro”, (pubblicazione a cura di Storie di Libri di Pasquale Cavalera), che avrà luogo il 4 gennaio 2025 alle ore 18.

Tutta la manifestazione, a cura delle Proff. Orsolina Fontò e Maria Cristina Maritati, è realizzata inoltre con la collaborazione di CittadinanzAttiva, assemblea di Gallipoli, e del Circolo La Fenice.

La mostra si svolgerà dal 21 dicembre 2024, con vernissage alle ore 18, all'11 gennaio 2025. Sarà visitabile ogni giorno dalle ore 16 alle ore 20 con ingresso libero e gratuito.

LA CASA DEGLI ARTISTI residenza d'artista via Lepanto,1 GALLIPOLI (LE).

Tel. 0833 261865 - 3332720348

www.giorgiodecesario.it

www.lacasadegliartisti.it


 

venerdì 10 maggio 2024

50 OPERE IN VILLA . Mostra personale di GIORGIO DE CESARIO

 
Cinquanta opere in villa, sono cinquanta infatti le opere di Giorgio De Cesario esposte nella Villa Castelbarco Pindemonte Rezzonico a Imbersago, in provincia di Lecco. Una mostra esaustiva da tutti i punti di vista che comprende opere appartenenti ai tre periodi di produzione dell’artista: il primo periodo definito della “Procreazione”; il secondo quello delle “Solitudini” ed infine il terzo, quello che più dei precedenti si rifà ai principi del movimento alienista e che riguarda il percorso “Dall’Attualità al Fantasy”.

Il primo periodo risale agli anni della giovinezza dell’artista, quando scrupolosamente studiava e sperimentava nuove tecniche sino ad arrivare poi alla “procreazione” dei suoi personaggi con volti in argilla sulla tela, volti spettrali ma profondamente espressivi. Personaggi che continuano a vivere anche nel secondo periodo della sua produzione risalente al primo decennio del terzo millennio. Questo periodo viene descritto come quello delle “solitudini” in quanto l’artista si occupa e si preoccupa della solitudine che assale l’uomo di oggi: la solitudine dei sognatori, la solitudine di chi è stanco e malato, la solitudine dei discriminati, ma anche, e soprattutto, la solitudine di chi è incapace di comunicare con il prossimo. Nel 2012 Giorgio De Cesario fonda il movimento alienista, un movimento di pensiero che auspica una rinascita dell’arte ed invita tutti gli artisti (pittori, scultori, scrittori, musicisti, cantanti) a promuovere le proprie espressioni e a condividerle con gli altri in una specie di “alienazione” che nulla ha a che vedere con la psichiatria ma se mai con il significato originario della parola “alienare”, nel senso di “dare agli altri”. Il terzo periodo della sua produzione quindi è caratterizzato da queste linee guida e durante questa fase l’artista rivisita in chiave fantasy i più eclatanti fatti di cronaca dando come risultato alcune fra le più grandi opere della maturità.

E la mostra, allestita a cura della scrittrice e ricercatrice Amanda Gesualdi, vuole essere un viaggio nella produzione dell’artista e nello stesso tempo un’esplorazione di Villa Castelbarco, ricca di storia e di storie suggestive, un connubio, quello tra De Cesario e la villa, che fa sognare i visitatori trascinandoli in un mondo fantastico che li affascina, un mondo fatto di arredi essenziali e di colori prorompenti. Eleganza e arte. Tutto ciò è testimoniato dal prestigioso catalogo della mostra che la stessa Amanda Gesualdi ha realizzato e pubblicato, con foto ad alta risoluzione che mettono in evidenza la storicità della villa e i cromatismi di Giorgio De Cesario.

Architetto, pittore, scultore e grafico, Giorgio De Cesario è stato anche per oltre 35 anni docente di Progettazione presso il Liceo Artistico di Grottaglie (Ta). Attualmente vive ed opera presso la sua casa-museo denominata “La Casa degli Artisti” dove ha sede la sua galleria permanente e dove spesso ospita, senza scopo di lucro, eventi culturali di vario genere.

Amanda Gesualdi, Life, Sport e Tennis Coach, dottoressa in Scienze e Tecniche Psicologiche Applicate, Presidente della ASD Accademia Sport Olistico, Scuola di Tennis e Discipline Bio Naturali e in passato atleta professionista di tennis, attualmente vive ed opera presso Villa Castelbarco Pindemonte Rezzonico dove ha sede anche l’Università del Coaching, fondata da lei e dai suoi collaboratori.

Maria Cristina Maritati

mercoledì 22 novembre 2023

 VISIONI ALIENISTE


Dopo una battuta d’arresto durata un paio di anni a causa delle restrizioni anti-covid, “La Casa degli Artisti“  di Gallipoli, residenza dell’artista Giorgio De Cesario, riprende le sue manifestazioni culturali con una grande Mostra delle Donazioni dal titolo “ Visioni Alieniste”, a cura delle Proff. Orsolina Fontò e Maria Cristina Maritati con la direzione artistica di Giorgio De Cesario e la collaborazione di CittadinanzAttiva APS Gallipoli.

Una mostra che rappresenta un percorso esplorativo fra i piccoli tesori raccolti e gelosamente conservati in questi 18 anni di presenza attiva nel panorama pugliese e nazionale. Un itinerario emozionale fra donazioni e attestati di affetto, collezionati negli anni e con cura custoditi, che ora vengono esibiti al pubblico per la gioia di condividere momenti di entusiasmo e passione. Ma non solo donazioni.

Parte integrante della Mostra saranno anche le ultime opere, ancora mai esposte, di Giorgio De Cesario, tutte ispirate ai principi del movimento alienista, di cui De Cesario è fondatore e il cui manifesto fu presentato a Roma nel 2012 presso la Società Umanitaria. Un movimento di pensiero, l’alienismo, che promuove la condivisione e la diffusione di messaggi artistici tramite qualunque tipo di espressione.

Ed oltre alla Galleria Permanente di De Cesario, si può anche visitare la Suite Mondrian, dove sono esposte alcune delle opere più significative di Salvatore Pepe, illustre esponente del Minimalismo italiano nel mondo. Ed ancora tanto altro: le realizzazioni surrealiste di Max Hamlet Sauvage; le litografie di Basilio Cascella esposte nella Stanza D’Annunzio insieme ad un manoscritto inedito di D’Annunzio e ad alcune foto di fine Ottocento; le opere letterarie con dedica del poeta Beppe Costa (Pellicano Libri Roma); i graphic novels di Ilaria Ferramosca; le prose e le poesie di Pasquale Cavalera e Luigina Parisi (entrambi per Storie di Libri Edizioni); i romanzi neo-romantici del romano Giulio Ronzoni e della friulana Francesca Sartori. In realtà La Casa degli Artisti bed and breakfast non ha mai smesso, neanche nel corso di questi ultimi due anni, di restare a contatto con il mondo dell’arte e della cultura in senso lato, si è solo concesso una pausa di riflessione per poter offrire ai suoi followers il meglio del panorama artistico-culturale italiano e non solo.

Di seguito e in ordine alfabetico i nomi dei pittori e scultori partecipanti: Sebastiano Altomare, Salvatore Barbagallo, Romina Berto, Basilio Cascella, Pino Conestabile, Letterio Consiglio, Angelo De Boni, Giorgio De Cesario, Bice Ferraresi, Ornee Gargini, Raffaele Iannone, Matteo Lucente, Mariangela Mancini, Salvatore Pepe, Max Hamlet Sauvage.

La Mostra sarà aperta dal 2 al 31 dicembre 2023, dalle ore 16 alle ore 20, con vernissage il 2 dicembre alle ore 16.

Cordiali saluti
Maria Cristina Maritati
LA CASA DEGLI ARTISTI
Via Lepanto,1
Gallipoli (LE)
tel. +39 0833261865 +39 3471893963 
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