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martedì 15 luglio 2025

“Conceptual Poop Art” di Giorgio De Cesario a Gallipoli 150 opere


 

“Conceptual Poop Art”, la nuova mostra di Giorgio De Cesario a cura di Emmanuel Mons delle Roche, vuole essere essenzialmente una provocazione estetica contro i paradossi del mercato dell’arte contemporanea, ma, nello stesso tempo, rappresenta un viaggio tra le sue 150 opere e i suoi personaggi con i volti in argilla in rilievo sulla tela. Non solo. Per la prima volta sono esposti al pubblico i suoi studi per la realizzazione di cravatte che riproducono particolari di famose opere d’arte. Invitati d’onore saranno infatti alcuni rappresentanti dell’industria tessile e di cravattifici italiani e stranieri.

La mostra si svolgerà presso la galleria permanente dell’artista ubicata ne La Casa degli Artisti di Gallipoli in via Lepanto 1. Sarà aperta al pubblico ogni giorno dal 2 agosto al 30 ottobre 2025 dalle ore 18 alle ore 20. Ingresso gratuito.

“Conceptual Poop Art” di Giorgio De Cesario

Una provocazione estetica contro i paradossi del mercato dell’arte contemporanea

Noto per le sue opere policromatiche e fortemente identitarie, Giorgio De Cesario – artista e architetto salentino – ha sempre saputo coniugare la tradizione e l’innovazione, la materia e il simbolismo. I suoi iconici volti femminili in argilla incastonati su tela e impreziositi da orecchini veri, parlano di un’arte viva, sensuale, radicata nel territorio e al tempo stesso aperta alla critica sociale e culturale.

Con la sua nuova opera “Conceptual Poop Art”, De Cesario si inserisce con forza nel dibattito sull'autenticità e il valore dell’arte contemporanea, proponendo una dichiarata e caustica contestazione all’ormai celeberrima “Comedian” di Maurizio Cattelan – la banana incollata al muro con il nastro adesivo che ha fatto il giro del mondo.

Cattelan, con la sua trovata concettuale, ha catalizzato l’attenzione globale: venduta da Sotheby’s New York per 6,2 milioni di dollari al collezionista Justin Sun, la banana è infine stata mangiata dallo stesso acquirente, diventando simbolicamente (e fisicamente) escremento umano. È da questo gesto estremo – e, per molti, ridicolo – che prende forma la risposta di De Cesario.

L’opera

“Conceptual Poop Art” nasce come elaborazione critica dell’escremento di quella banana diventata simbolo di un mercato dell’arte sempre più autoreferenziale e grottesco. De Cesario prende ciò che resta – o meglio, ciò che ne deriva – e lo trasforma in arte vera, concreta, visibile, visitabile. Con ironia e lucidità, il maestro salentino ribalta la provocazione di Cattelan e la restituisce al pubblico come riflessione sulla decadenza culturale e sull’assurdità delle valutazioni speculative nel mondo dell’arte.

La sede e l’esposizione

L’opera è esposta in modo permanente presso La Casa degli Artisti di Gallipoli, la galleria dell’artista, che rappresenta da anni un punto di riferimento per l’arte contemporanea in Salento.
L’ingresso è gratuito e l’opera è visitabile tutti i giorni dalle ore 18:00 alle 20:00, offrendo al pubblico non solo la visione di un lavoro provocatorio, ma anche l’opportunità di confrontarsi con un pensiero critico che scava nel senso più profondo del “fare arte” oggi.

Il contesto critico

De Cesario non è un outsider qualsiasi. La sua opera è stata analizzata e apprezzata da alcuni tra i maggiori critici d’arte italiani, tra cui Philippe Daverio, Giorgio Di Genova, Luciano Caramel e Federico Zeri. Le sue creazioni non si fermano all’estetica, ma diventano narrazione sociale, antropologia visiva, denuncia politica. “Conceptual Poop Art” si inserisce in questa traiettoria: un’opera che è insieme oggetto, gesto e messaggio.

Giorgio De Cesario – Peace Tree

2025, Legni marini, argilla, acciaio, ceramica smaltata
Esposta presso La Casa degli Artisti, Gallipoli

L’opera Peace Tree di Giorgio De Cesario nasce dall’incontro tra natura, memoria e impegno simbolico. Realizzata attraverso l’assemblaggio di materiali trovati in riva al mare, l’opera si compone di un grande tronco che funge da base e sostiene un secondo tronco più snello, dal quale si diramano diversi fuscelli. Alle loro estremità, l’artista ha inserito piccoli tubicini di argilla, ciascuno colorato secondo le tonalità dell’arcobaleno — potente richiamo visivo alla pace e alla speranza universale.

I due tronchi sono collegati tra loro tramite un vecchio girarrosto in acciaio, a sottolineare il contrasto e il legame tra ciò che è naturale e ciò che è stato trasformato dall’uomo. De Cesario immagina che questi legni provengano dalle coste del Medio Oriente, terre martoriate ma ricche di storia e umanità, e li riassembla per creare un simbolo benaugurante di pace nel mondo.

Alla base dei fuscelli compaiono delle lacrime di sangue in ceramica, emblema del dolore e delle sofferenze umane, contrapposte ai colori vivi e gioiosi dell’iride: una dicotomia che esprime il dramma e al tempo stesso la possibilità di redenzione.

Peace Tree è parte della mostra "Conceptual Poop Art", in esposizione presso la Casa degli Artisti di Gallipoli dal 2 agosto al 30 ottobre 2025. Durante questo periodo, i visitatori avranno la possibilità di lasciare la propria firma sul tronco principale dell’opera, trasformando il gesto artistico in una partecipazione collettiva al messaggio universale di pace.

 

Maria Cristina Maritati

La Casa degli Artisti Residenza D’artista

www.lacasadegliartisti.it

www.giorgiodecesario.it

MASCHERE, SENTIMENTI E COLORE DI GIORGIO DE CESARIO

di Emmanuel Mons delle Roche

La felicità non è evidente, sembra che Giorgio De Cesario voglia dire. I personaggi sono bianchi fra armonie cromatiche molto belle. Inoltre, essi sono plasmati come se avessero delle maschere, ma neppure queste riescono a nascondere la loro inquietudine, la loro difficoltà di vivere.
Sono bianchi (senza colori, o di tutti i colori?) in un universo ricco di colori, forse perché l’artista lascia allo spettatore la libertà di scegliere il suo colore; inoltre l’apparenza dissocia questi esseri dalla realtà : non sono capaci di comprenderla, e si fabbricano una maschera (che non nasconde i loro sentimenti, lo ripeto).
Forse il loro spirito (dissociato dal corpo e dalla realtà esterna, cosa che spiega questi colli lunghi), è di una natura diversa dalla realtà “tangibile”.
Nel lavoro di De Cesario credo ci sia tutto questo. Soltanto il suo autoritratto è differente: egli è soltanto bianco e “oggettivo”; gli altri sono neri: sono quindi l’incognita perfetta. Ma forse mi sbaglio sulle sue intenzioni.
La libertà che lascia la sua arte implica ugualmente quella da sbagliarsi.
Ne sono, in ogni caso, sedotto.

GIORGIO DE CESARIO E LA SUA INNOVATIVA TECNICA IN ARGILLA SULLA TELA

Di Giorgio Di Genova  Critico e storico dell’arte

Nel panorama dell’arte contemporanea italiana, Giorgio De Cesario si distingue come un autentico sperimentatore del visivo, capace di coniugare la materia plastica con la bidimensionalità della pittura in una sintesi ardita e profondamente personale. Le sue opere pittorico-scultoree, esplosioni di colore su supporti spesso non convenzionali, rivelano un atteggiamento che potremmo definire neo-barocco, dove l’eccesso diventa linguaggio e la teatralità si fa contenuto. L’invenzione tecnica di De Cesario – l’integrazione di volti modellati in argilla direttamente sulla superficie della tela – rappresenta un punto di rottura rispetto ai tradizionali limiti della pittura e della scultura.

È una soluzione che oltrepassa le categorie canoniche, inserendosi in una dimensione di arte totale, in cui la materia corporea dialoga con quella cromatica in una tensione continua. I suoi volti emergono dalla superficie come apparizioni ieratiche, icone contemporanee sospese tra sacro e profano, tra l’umano e il mitico. I colori vividi e squillanti, stesi su fondi sperimentali – sabbie, tessuti grezzi, materiali riflettenti – conferiscono alle sue composizioni una forza visiva quasi ipnotica. La cromia non è mai decorativa ma sempre strutturale, pensata come veicolo emotivo e psicologico.

Le sue tele si impongono allo sguardo come apparizioni rituali, in cui la presenza tattile della scultura incontra la vibrazione ottica del colore. In un'epoca in cui l’arte tende spesso all’astrazione digitale o alla ripetizione sterile di formule post-concettuali, De Cesario sceglie la via più difficile: quella della materia viva, della manualità che si sporca le mani di terra e di colore. I suoi lavori ci ricordano che la contemporaneità può ancora passare per l’artigianato d’autore, per la ricerca formale che affonda le radici nella tradizione mediterranea ma che guarda, senza paura, al futuro.

Giorgio De Cesario non solo propone una poetica visiva riconoscibile, ma firma, con la sua tecnica innovativa dei volti in argilla su tela, una delle più originali e coerenti operazioni di linguaggio dell’arte italiana degli ultimi decenni.

UN LINGUAGGIO NUOVO QUELLO DI DE CESARIO

DI Luciano Caramel

In un panorama artistico sempre più incline all’omologazione e al richiamo effimero, Giorgio De Cesario si distingue per una voce visiva profondamente personale, radicata nella sua terra salentina e al tempo stesso proiettata verso un linguaggio universale. Le sue opere coloratissime, spesso attraversate da tensioni cromatiche vibranti e cariche di una vitalità quasi tribale, rappresentano un raro esempio di fusione tra pittura e scultura, tra gesto e materia.

Particolarmente degna di nota è l’innovativa tecnica che De Cesario ha sviluppato: i volti in argilla applicati su tela, veri e propri rilievi che interrompono la bidimensionalità del quadro per affermarsi come presenze autonome, inquietanti e poetiche allo stesso tempo. Non si tratta solo di un’operazione estetica, bensì di una riflessione profonda sull’identità, sulla memoria collettiva e sulla stratificazione delle emozioni umane. Il volto, elemento ricorrente e iconico, diventa in De Cesario non tanto ritratto quanto archetipo: frammento dell’umanità, spirito della sua terra, maschera e verità. L’argilla – materia primordiale, terrestre – si fa tramite di una spiritualità arcaica ma ancora viva, che trova nella tela un altare contemporaneo.

Giorgio De Cesario non cerca il compiacimento; le sue opere provocano, destabilizzano, invitano a un dialogo silenzioso. È un artista che ha saputo creare un linguaggio nuovo, colto ma immediato, capace di evocare tanto la pittura espressionista quanto i graffiti rupestri, in un equilibrio sospeso tra passato e presente, tra il Mediterraneo e il mondo.

Giorgio De Cesario: il barocco mediterraneo in technicolor

di Philippe Daverio

È cosa rara, oggi, trovare un artista che osi colorare. Non intendo usare i colori, ma colorare il pensiero, vivacizzare la memoria, accendere lo spirito con una tavolozza che pare uscita da un sogno partenopeo, ma che ha letto Matisse e ha dialogato – magari in sogno – con Chagall.

Giorgio De Cesario è un caso a parte nella scena artistica italiana contemporanea: né concettuale né pop, ma paradossalmente entrambi. Il suo lavoro è una sorta di diario pittorico del Sud, intriso di umori mediterranei, eppure declinato con la leggerezza scenografica di un teatro dell’assurdo, in cui la figura umana si fa totem, simbolo, a volte maschera.

Il suo barocco è un barocco felice, solare, persino naïf – ma attenzione: naïf per scelta, non per limite.

È una ingenuità coltivata, come quella di certi poeti che fingono di essere semplici solo per colpire più a fondo. Le sue figure sembrano provenire da un folklore reinventato, da un Sud che non esiste più ma che vive eternamente nell’immaginario.

C’è in De Cesario una sorta di resistenza iconografica: in un mondo che disgrega, lui compone. In un mondo che frammenta, lui racconta storie intere, compatte, spesso dense di simboli, dove ogni elemento ha un ruolo quasi liturgico, anche quando è ironico o surreale. La sua arte è rituale e giocosa al tempo stesso: un rosario di colori acceso sotto il sole del Cilento, ma con echi che risalgono a Bisanzio, alla Napoli dei Vicere´, e – perché no – anche alla Palermo psichedelica di Franco Battiato.

E poi c’è la materia, che da sola meriterebbe un capitolo: De Cesario dipinge con una sorta di foga disciplinata, come se ogni pennellata fosse un atto di gioia ma anche di necessità. Le superfici vibrano, non cercano la perfezione fotografica, ma anzi, ci ricordano che l’arte è un’emanazione della vita, non la sua copia.

In definitiva, Giorgio De Cesario ci mostra che si può ancora essere pittori totali nel senso rinascimentale del termine: autori di un mondo, non solo di un’opera. E questo, in tempi di smaterializzazione culturale, è un atto rivoluzionario. Con il sorriso sulle labbra, ma pur sempre rivoluzionario.

La Cronaca trasfigurata dall’arte

di Carmelo Cipriani

De Cesario recupera fatti e protagonisti di scottante attualità calandoli in un’atmosfera da sogno. Sottratta al consueto linguaggio massmediale e depauperata delle connotazioni più turpi, la cronaca è riproposta sulla tela in termini plastico-pittorici. Designer, pittore, scultore, il poliedrico artista è artefice di un linguaggio singolare, sospeso tra aspirazioni astratte e figurazione naif.

Tela e argilla i medium privilegiati, utilizzati non in contrapposizione o secondo scelte aprioristiche, ma integrati sino a potenziare reciprocamente superficie e volume.

Da sfondi bidimensionali popolati da figure arabescate, emergono ieratici volti in argilla, archetipo dell’uomo contemporaneo, reso inespressivo e insensibile dall’incipiente omologazione.

La traslazione in un mondo fantastico conferisce allo spettatore un punto di vista distaccato, obbligandolo a riflettere sulle aberrazioni del mondo odierno, sulle tragedie quotidianamente procurate da inettitudine, disagio sociale e ignoranza.


 

venerdì 6 dicembre 2024

A Gallipoli, una MOSTRA ALIENISTA ne La Casa degli Artisti



PEACE AND LOVE, Incontri mediterranei IX edizione MOSTRA ALIENISTA

Prende il via dal 21 dicembre 2024 un altro grande evento promosso da La Casa degli Artisti di Gallipoli. Si tratta della ormai celebre mostra collettiva dal titolo PEACE AND LOVE, IX edizione, che raccoglie alcuni grandi nomi del panorama artistico-culturale contemporaneo. Direttore artistico dell’evento è l’artista salentino Giorgio De Cesario che risiede ed opera nella Casa degli Artisti dove ha sede la sua galleria permanente e dove, insieme a sua moglie Maria Cristina Maritati, è riuscito a realizzare una residenza d’artista che ospita gratuitamente eventi culturali d’ogni genere. Questa residenza è inoltre diventata, nel corso degli anni, il centro propulsore dell’Alienismo, movimento di pensiero fondato e di continuo alimentato dallo stesso De Cesario. Simbolo e leit-motiv di questa mostra sarà il “Messaggero di Pace”, soggetto dell’ultima opera di Giorgio De Cesario, cioè un angelo preposto alla diffusione di pace e amore nel mondo, come augura lo stesso titolo della mostra ed in considerazione degli attuali venti di guerra.

L’artista ha realizzato quest’opera dietro invito del critico d’arte Daniele Crippa, presidente del Museo del Parco di Portofino e fautore del progetto “La Iglesia de Los Angeles”. Tale progetto mira a popolare di angeli contemporanei la chiesa a loro dedicata nella città argentina di Salta e ha destato anche l’interesse di Papa Francesco, nativo appunto della zona di Salta. L’opera di De Cesario sarà quindi riprodotta su una piastrella di cm.25X25che andrà poi a decorare le pareti della chiesa.

Oltre a quelle di Giorgio De Cesario, la mostra ospita anche le ultime acquisizioni di Salvatore Pepe, di Rolando Zucchini e di Vittorio Rancati. In esposizione anche tutte le opere letterarie di Amanda Gesualdi e Pasquale Cavalera e le foto dal mondo di Giuseppe Caridi, tutti fedeli sostenitori dell’azione divulgativa de La Casa degli Artisti.

Di seguito alcune notizie sugli artisti partecipanti.

Amanda Gesualdi, scrittrice e ricercatrice, con all’attivo più di dieci pubblicazioni, è anche direttrice editoriale della rivista “You See”. Si occupa di coaching, psicologia, psicosofia, con particolare attenzione al mondo olistico ed alle più moderne tecniche di profilazione. Co-Fondatrice della University of Coaching, è docente e formatrice in Scienze e Tecniche del Mental Coaching e creatrice del primo percorso di Laurea in Mental Coaching sia a livello nazionale che internazionale.

Pasquale Cavalera è uno scrittore salentino che ha deciso di porre fine alla sua carriera di ingegnere per dedicarsi con successo alla letteratura, come dimostrano le sue ultime opere ”Sottomessi” (raccolta di poesie) e il romanzo “La mia famiglia a San Valentino”. Inoltre è fondatore dell’agenzia letteraria Storie di Libri, in cui attualmente ricopre il ruolo di CEO ed editor.

Vittorio Rancati, artista emergente del ferro e della lamiera, manifesta sin da piccolo una grande passione per questi materiali e per le attrezzature meccaniche, passione che è diventata la sua attività lavorativa quotidiana. Partecipa alla mostra con l’opera in ferro smaltato “Albero della vita: respiro”, la quale rappresenta infatti il respiro della natura e il suo lavoro di continua rigenerazione della vita che ci circonda.

Salvatore Pepe è uno dei maggiori esponenti del minimalismo italiano, ha partecipato a varie mostre in tutto il mondo, tra cui anche alla Biennale di Venezia, riscuotendo un grande successo di pubblico e di critica. Molte sue opere sono già presenti nella Casa degli Artisti e precisamente nella Suite Mondrian dove l’artista ha una sua galleria permanente. Nella mostra sarà esposta una sua ultima acquisizione dal titolo “Linea del Fronte”, esempio di pittura minimalista di grande impatto a livello visivo ed emozionale.

Rolando Zucchini, artista umbro di grande versatilità, è un matematico scivolato pian piano nel mondo dell’arte. Sperimenta vari supporti e varie tecniche, ama la solitudine e gli stili di vita orientali come testimonia il suo vagabondare in Cina tra i monaci buddisti. La sua opera in esposizione ha il titolo ”ST tgK 37”, un guizzo improvviso fissato sulla tela, quasi a voler dare testimonianza dell’attimo fuggente.

Giuseppe Caridi, scrittore, fotografo, attivista climatico e divulgatore; viaggiatore.

Ha visitato oltre 160 paesi nel mondo, pubblicato due diari di viaggio e esposto i suoi scatti fotografici in Europa, America, Asia e Africa. Lavora come Travel Designer, accompagnando gruppi di viaggiatori in itinerari naturalistici e culturali da lui appositamente predisposti. Figura tra i fondatori del progetto scientifico www.theclimateroute.org ed è presidente dell’Associazione Experience Your Time APS con sede in Gallipoli. E’ stato arbitro di calcio e Istruttore di Diritto Internazionale Umanitario della Croce Rossa Internazionale.

 

La Mostra sarà poi arricchita da alcuni eventi collaterali quali, ad esempio, la presentazione dell’opera prima della poetessa gallipolina Rita Corciulo dal titolo “Gocce d’Azzurro”, (pubblicazione a cura di Storie di Libri di Pasquale Cavalera), che avrà luogo il 4 gennaio 2025 alle ore 18.

Tutta la manifestazione, a cura delle Proff. Orsolina Fontò e Maria Cristina Maritati, è realizzata inoltre con la collaborazione di CittadinanzAttiva, assemblea di Gallipoli, e del Circolo La Fenice.

La mostra si svolgerà dal 21 dicembre 2024, con vernissage alle ore 18, all'11 gennaio 2025. Sarà visitabile ogni giorno dalle ore 16 alle ore 20 con ingresso libero e gratuito.

LA CASA DEGLI ARTISTI residenza d'artista via Lepanto,1 GALLIPOLI (LE).

Tel. 0833 261865 - 3332720348

www.giorgiodecesario.it

www.lacasadegliartisti.it


 

giovedì 11 luglio 2019

“PEACE AND LOVE”, mostra collettiva alienista VIII edizione



Prende il via dal 24 luglio, giorno di Santa Cristina, un altro grande evento promosso da LA CASA DEGLI ARTISTI bed and breakfast di Gallipoli. Si tratta di una mostra collettiva dal titolo PEACE AND LOVE, VIII edizione, che raccoglie alcuni grandi nomi del movimento alienista, creato nel 2012
dall’artista salentino Giorgio De Cesario, padrone di casa de LA CASA DEGLI ARTISTI dove risiede ed opera. Oltre alle sue opere, saranno ospitate anche quelle di Romina Berto, veneta, Bice Ferraresi, emiliana e Ornee Gargini, giovane artista argentina. Tutte e tre donne,
di età ed estrazione diverse, ma accomunate da un intenso rapporto con la vita e il mondo circostante, nonché dalla loro solarità emotiva.
In perfetta sintonia con le opere di Giorgio De Cesario e i principi del movimento “alienista”, tutte queste artiste manifestano comunque una potente vitalità nell’offrire bellezza e leggiadria agli occhi di chi guarda. Simbolo e leit-motiv di questa mostra sarà “L’Albero dell’Amore”,
piccola/grande creazione di Giorgio De Cesario, un albero dorato con un tronco possente, sovrastato da una chioma policroma.
Un albero che simboleggia l’amore assoluto e che vegeta in un aldilà ideale, l’aldilà dello Spirito e dell’Energia.
La mostra, a cura di Maria Cristina Maritati, proseguirà per tutto il periodo estivo e mira a diventare uno dei più apprezzati appuntamenti dell’Estate Gallipolina.

La mostra può essere visitata
dal 24 luglio al 21 settembre 2019
ogni giorno dalle ore 18 alle 20
Ingresso libero e gratuito

LA CASA DEGLI ARTISTI residenza d'artista
Via Lepanto, 1  Gallipoli (LE).
Tel. 0833261865 3332720348
www.giorgiodecesario.it

giovedì 11 aprile 2019

il libro "21" di Amanda Gesualdi con le opere di Giorgio De Cesario




L'evento si svolgerà all'interno della galleria permanente di Giorgio De Cesario, situata all'interno del b&b Gallipoli la Casa degli Artisti.

La Casa degli Artisti beb di Gallipoli, residenza del Maestro Giorgio De Cesario, presenterà il 21 aprile 2019 alle ore 19.00, giorno di Pasqua di Resurrezione,la nuova creazione di Amanda Gesualdi dal titolo “21”, un libro di poesie, ma anche di citazioni e riflessioni.

Scritti che l’autrice ha con cura raccolto e coniugato nella stesura con artistiche foto della sua vita e le tele policrome di Giorgio De Cesario pittore scultore salentino, un connubio sicuramente rappresentativo dell’”alienismo”, corrente di pensiero fondata da Giorgio De Cesario nel 2012 e di cui Amanda Gesualdi è uno dei membri più rappresentativi.

Entrambi infatti sono instancabili fautori del principio alienista in base al quale bisogna introdurre nuovi equilibri vitali all’interno della nostra società dal momento che essa, con il suo stile di vita, commette costantemente espropri di coscienza sino a decretarne, metaforicamente, la morte.

Secondo entrambi è compito dell’artista compiere quest’azione magica di rinascita attraverso un percorso di risanamento estetico che prende vita dalle varie applicazioni metodologiche e contenutistiche che interessano ogni aspetto dell’Arte.

Nel corso della serata Amanda Gesualdi dialogherà con Ilaria Ferramosca, saggista e graphic novelist, ed insieme daranno vita ad una brillante conversazione all’insegna dell’esplorazione intimista di emozioni, sensazioni e sentimenti.

“21”, numero importante nella vita dell’autrice, è quindi il titolo di quest’opera: simbolo di unione, due che diventano uno, ma anche due come simbolo di individuazione, in quanto, secondo l’autrice, il vero amore è possibile solo se prima si ama se stessi.

Amanda Gesualdi, Life, Sport & Tennis Coach, dottoressa in Scienze e Tecniche Psicologiche Applicate, Scrittrice e Ricercatrice, già tennista professionista ed attualmente Presidente della ASD Accademia Sport Olistico, Scuola di Tennis e Discipline Bio Naturali, paragona la penna ad una seconda racchetta ed ilfoglio di carta ad un altro campo da tennis in cui dare spazio alla creatività, senza sfide ma per il solo desiderio di Arte.

Scrive un primo libro di poesie nel 2006, “Musica tra le note”, per poi continuare con “L’Atleta Zen” nel 2007, un racconto metaforico “La Sacerdotessa e lo Shogun” sempre nel 2007,
“L’Atleta Zen” vol.II nel 2010, “X” nel 2011,"Tennis Olistico" nel 2011, “Emotions” nel 2015.

Maria Cristina Maritati

Ingresso libero e gratuito, reading eseguita dagli attori Luigi Bottazzo, Lola Giuranna, Sandro Mottura dell'Associazione Culturale "La Barcaccia"
con intermezzi musicali del chitarrista Antonio Salamanno  e brindisi di arrivederci.


LA CASA DEGLI ARTISTI residenza d'artista
Via Lepanto, 1  Gallipoli (LE).
Tel. 0833261865 3332720348

martedì 20 novembre 2018

Alienismo e Cromatismi Onirici a Gallipoli ne La Casa degli Artisti



MOSTRA COLLETTIVA "CROMATISMI ONIRICI"
Un progetto alienista quinta edizione

LA CASA DEGLI ARTISTI di Gallipoli non poteva chiudere il 2018 senza una nuova mostra. Stavolta si tratta di “CROMATISMI ONIRICI”, un altro progetto alienista a cura di
Maria Cristina Maritati, che si svolgerà dall'8 dicembre 2018 al 12 gennaio 2019,con ingresso gratuito ogni sera dalle 18 alle 20. Salvatore Barbagallo, Giorgio De Cesario,Eugenio Giustizieri, Martina Santarsiero, quattro artisti di fama internazionale, espongono le loro opere nella galleria dell’ormai famosa casa-museo/residenza d’artista.

Si tratta della quinta mostra rappresentativa del movimento “alienista” di cui Giorgio De Cesario è uno dei fondatori insieme ad altri nomi noti del mondo artistico come Beppe Costa, Orsetta Foà, Eugenio Giustizieri, Cesare Politi, Amanda Gesualdi e tanti altri italiani e stranieri. Il movimento ha già fatto il suo esordio nel 2012 riscuotendo un notevole successo di pubblico e di critica. Questa corrente di pensiero intende portare nuovi equilibri vitali all’interno della società contemporanea dal momento che essa, con il suo stile di vita, commette costantemente espropri di coscienza sino a decretarne la morte. Compito dell’artista è quindi quello di aiutare i fruitori dell’arte a ritrovare se stessi anche attraverso l’altro, a risvegliare la nostra umanità, ormai ceduta in cambio di un falso ideale di progresso, e della quale possiamo e dobbiamo riappropriarci per riuscire a produrre il reale cambiamento evolutivo. Il verbo "alienare" vuole in pratica evidenziare il modo in cui l'uomo si è estraniato a se stesso e il modo in cui ha preso le distanze dalla realtà, divenendo egli stesso "alienato" e "alienante" per sé e per gli altri.
Il termine Alienismo porta con sé una provocazione e una denuncia contro ogni forma di alienazione che in maniera sempre più dilagante ottunde le menti e schiavizza l’uomo. L’Arte è il primo gradino per l’autocoscienza dello Spirito, in quanto esso, solo nell’arte può vivere nell’immediatezza e nell’intuitività della sua fusione con e nella natura.

Le precedenti quattro mostre/progetto sono state le seguenti:

DALL’ATTUALITA’ AL FANTASY dove l’Arte, partendo dalla manifestazione dell’Attualità e dalla sua interpretazione, con lo scopo di riportare il pensiero creativo all’interno di forme adeguate, esprime la complessa spiritualità contemporanea, sperimentando nuovi equilibri fra contenuti e forme;

BURQA, "IDENTITA' ALIENATE E NASCOSTE", un progetto alienista che sottolinea come le donne islamiche di oggi, pur conservando in molte circostanze l'abbigliamento
delle loro antenate, abbiano superato molti tabù del passato ed abbiano imparato ad "alienare" agli altri le proprie emozioni, trasformando i propri veli in un simbolo di libertà;

DAL FUTURISMO AL VERTICALISMO, un progetto alienista che ha tracciato un percorso ben preciso iniziando dal futurismo siciliano – un fenomeno culturale che negli anni ’30 prese vita in Sicilia e si caratterizzò per la solarità e i cromatismi mediterranei – e proseguendo per le vie del Verticalismo, nell’intento di evidenziare il costruttivo percorso dello spirito artistico;

PERCORSI VISIVI E LETTERARI, progetto alienista dello scorso anno, che ha dimostrato come tutte le espressioni artistiche possano concorrere alla promozione emotiva dell’essere umano, educandolo alla bellezza e all’alienazione/condivisione di sensazioni e sentimenti.

Il percorso alienista di quest’anno invece si basa sui “CROMATISMI ONIRICI”, sui colori delle opere dei quattro artisti che con le loro tele descrivono un mondo immaginario, onirico appunto, nel tentativo di riportare gli osservatori in un mondo irreale fatto di attimi di leggerezza e di quotidianità poetica.
L'Alienismo si pone in termini conflittuali, destrutturanti con una cultura accademica e omologata che prevale a Sud-Est, fintamente progressista, in realtà conservatrice, intimamente autoreferenziale, che codifica lo status quo sprezzando i fermenti che si muovono nel sottosuolo. Un bel sasso nello stagno gettato da Giorgio De Cesario, artista famoso nel mondo, nato a Matino (Lecce) ma che vive a Gallipoli e insegna in una scuola.
In questa intervista spiega gli input estetici e filosofici e le coordinate teoriche nel "manifesto" del Movimento.

La mostra può essere visitata
dall'8 dicembre 2018 al 12 dicembre 2019
ogni giorno dalle ore 18 alle 20
Ingresso libero e gratuito

LA CASA DEGLI ARTISTI residenza d'artista
Via Lepanto, 1  Gallipoli (LE).
Tel. 0833261865 3332720348
www.lacasadegliartisti.it
www.giorgiodecesario.it

sabato 15 dicembre 2012

DALL'ATTUALITA' AL FANTASY: UN PROGETTO ALIENISTA.

La nuova collezione di tele dell'artista Giorgio De Cesario percorre un interessante itinerario tra i vari fatti di cronaca tanto pubblicizzati dai mass media in questi ultimi mesi. Molti "disegnatori" del passato avevano illustrato con le loro immagini gli avvenimenti più eclatanti della loro contemporaneità, soprattutto in tempi della storia in cui la mancanza dei più elementari mezzi di comunicazione lasciavano ampio spazio alla creatività di questi "disegnatori", molto spesso artisti anonimi o noti solo agli addetti ai lavori. Come dimenticare, a questo proposito, i graffiti degli uomini primitivi, oppure le copertine illustrate della "Domenica del Corriere" in tempi più recenti? Oggi computer, televisione, macchina fotografica, videocamera ecc. diffondono immagini ogni momento del giorno e della notte ed in ogni angolo del nostro villaggio globale, tanto che alcune di queste immagini diventano molto spesso "icone" di un avvenimento. Ed è proprio partendo da queste icone che Giorgio De Cesario ha iniziato il suo percorso. La novità consiste nella trasfigurazione di queste immagini-simbolo, non una semplice riproduzione grafico-pittorica ma una reinterpretazione di tutti i dettagli, una rielaborazione fantastica tramite colore ed effetti cromatici. Ecco quindi spiegato il titolo di questa collezione: dall'attualità al fantasy. Il fantasy è un genere letterario che si è sviluppato a partire dalla seconda metà  del XIX secolo e i suoi elementi dominanti sono il mito, il soprannaturale, l'immaginazione, l'allegoria, la metafora, il simbolo e il surreale.In questo filone rientrano quelle storie di letteratura fantastica dove viene a mancare qualunque spiegazione scientifica del misterioso e del sorprendente. Dalla letteratura il fantasy si è presto esteso ai mass media, soprattutto al cinema, alla televisione, ai fumetti e, in particolare, ai videogiochi. E' quindi dalla simbiosi e dalla osmosi di questi due mondi, la realtà dell'attuale e l'irrealtà del fantastico, che nascono le nuove opere di Giorgio De Cesario. Non mancano, comunque, tutti gli elementi che da sempre hanno caratterizzato la sua produzione: la sua tecnica inconfondibile dei volti in argilla in rilievo sulla tela, orecchini veri sui lobi dei personaggi femminili, intrecci di colori fortemente vivaci sia nello sfondo che nella rappresentazione dei dettagli.Il tutto attira ancora una volta lo sguardo di chi osserva, trasportandolo sì in un mondo fantastico, ma, nello stesso tempo, portandolo a riflettere su quello che è il mondo di oggi: uno scenario drammatico dove disagio mentale, superstizione, superficialità e ignoranza provocano tragedie inenarrabili. L'artista, uno dei fondatori dell' "alienismo", nuovo movimento artistico-culturale presentato a Roma nel febbraio 2012, intende quindi riallacciarsi ai principi di tale movimento, offrendo ai suoi estimatori una nuova lettura della realtà contemporanea: superarela drammaticità del contingente per ritrovare speranza e ottimismo, suggerire nuovi spazi alla fantasia per ridare respiro alla creatività, proporre al mondo nuovi colori per vivacizzare le varie tonalità di grigio della vita quotidiana.
La Farfallina

Opera giocosa, allegra e ricca di piacevoli effetti cromatici. Si rifà al famoso episodio di Belen Rodriguez che scandalizzò il pubblico del Festival di Sanremo 2012 apparendo sul palcoscenico con un profondo spacco laterale ed esibendo così il tatuaggio di una farfallina nelle parti quasi intime. Il pubblico maschile apprezzò, come si può ben capire dai personaggi che la circondano, visibilmente presi da questa inaspettata visione. Il tema trattato è quindi la superficialità del mondo moderno e la strumentalizzazione dell'accaduto da parte dei mass media. L'osservatore è colpito dall'ironia dell'artista, messa in evidenza dalle espressioni libidinose dei personaggi maschili, e dal suo tocco romantico, rivelato dallo sciame di farfalline dai tanti colori.


La Donna con le Valigie

Quest'opera non si rifà ad un avvenimento preciso ma ad una serie di fatti di cronaca, cioè a quelle donne che, stanche e depresse oppure allettate dal miraggio di una vita migliore, abbandonano la famiglia per non dare più notizie di sè. Scomparse misteriose che alcune volte si concludono tragicamente, altre invece non si concludono affatto e lasciano presagire la volontà di cambiare vita. Le valigie sono piene soprattutto di sogni che tante donne di oggi vorrebbero realizzare, deluse ed amareggiate da una vita piatta e monotona che non le soddisfa, nonostante, talvolta, le apparenze siano ben diverse. Sullo sfondo stanno a guardare la famiglia e gli amici, coprotagonisti inconsapevoli di questa vita noiosa. Anche qui la drammaticità del tema è alleggerita dai numerosi effetti cromatici che lasciano indovinare un atteggiamento ottimistico da parte dell'artista: forse famiglia ed amici stanno solo aspettando il suo ritorno, forse quelle valigie sono troppo pesanti, perchè il loro contenuto non è formato da sogni, ma da pietre che lei stessa ha voluto depositare nel suo cuore. In fin dei conti basta rimuoverle, e la vita tornerà a sorridere.


L'Ultimo Tango

Un uomo in tuta mimetica che balla con una donna molto elegante lungo un tortuoso sentiero di campagna e alcune soldatesse sullo sfondo, anche loro in divisa militare, che guardano questa coppia mentre volteggia in armoniosi passi di danza. Ma è la danza della morte: l'uomo è Parolisi e la donna è sua moglie Melania. L'argomento di quest'opera è quindi il famoso fatto di cronaca nera che tutti conosciamo. L'artista però ha voluto rendere romantico l'ultimo incontro tra marito e moglie, ha voluto trasfigurarlo in un tango passionale, nonostante i macabri dettagli propagandati dai mass media. Un'altra presenza importante in questa fantastica interpretazione dei fatti è la natura. Anche lei sta a guardare, muta. Un bosco fitto e misterioso che conosce tanti segreti, silenzioso testimone di sordidi traffici. Ma è primavera, le sue foglie stanno rinverdendo e il colore della speranza sembra accogliere Melania tra le sue braccia.
La Madonna del Giglio

Subito si indovina il fatto di cronaca che ha ispirato quest'opera: la Costa Concordia che interrompe bruscamente la sua navigazione nei pressi dell'Isola del Giglio. L'artista però non vuole soffermarsi sulle vittime della disgrazia che sembrano essere state inghiottite dalle fitte tenebre dello sfondo, ma sul miracolo compiuto dalla Dama in Rosso che volteggia elegantissima sul relitto. I fiori che ostenta tra le mani sono forse per coloro che non ci sono più, ma la sua danza purificatrice ha salvato migliaia di persone. E' lei la Madonna del Giglio, una presenza che comunque aleggia festosa, simbolo di Provvidenza e Bellezza, nonostante la tragicità dell'evento. Su uno scoglio, attonito e incapace di consapevolezza, siede l'ormai celebre Capitano Schettino. Guarda e non agisce. L'azione non lo riguarda. E' finita l'epoca di Kipling e dei suoi "Capitani Coraggiosi". Il mondo di oggi mistifica tutto ed insegna a non agire, restare inerti è più rassicurante. Schettino sembra aver imparato questa lezione e guarda la Dama in Rosso, anche lui ha bisogno di essere salvato.

Una Vita Spezzata

Yara Gambirasio, ginnasta e fanciulla dai mille sogni, tutti infranti da una fine tragica. Il rosa della sua maglietta e l'azzurro delle sue scarpette si contrappongono al buio tetro dello sfondo. Colori vivaci che sono il simbolo della gioiosità della sua vita, come lo stesso cappuccetto rosso della fanciulla della famosa fiaba. Un lupo famelico ha insidiato le loro giovani vite, ma mentre Cappuccetto Rosso vive la sua favola e alla fine risorge dalle viscere del lupo, Yara purtroppo no. Lei non vive una favola, ma una triste realtà metropolitana, dove i lupi sono veri, si nascondono, si camuffano e afferrano le prede nel buio. Infatti in un angolo, in lontananza nelle tenebre, si intravede una presenza minacciosa ed inquietante che spia la grazia di questa adolescente ingenua ed appassionata.

La Rinascita Maya

Basta con previsioni catastrofiche e appuntamenti con la morte, smettiamola di credere a simboli oscuri e casualità del tutto fortuite, e trasformiamo il prossimo 21 dicembre 2012 nella giornata della rinascita: sembra essere questo l'ottimistico messaggio dell'artista. Non più tetri presagi di fine del mondo, ma la valorizzazione dello spirito dell'uomo tramite la meditazione. Ed è questo infatti quello che stanno facendo i personaggi del dipinto: in posizione yoga, circondati da simboli e architetture maya, in mezzo ad erba rugiadosa e sovrastati da un cielo policromo, essi meditano e non trasmettono più la tristezza di chi aspetta la fine, ma la saggezza e la serenità di chi ha fiducia nella sua capacità di rinascita interiore. L'uomo moderno ha perso di vista la fiducia in se stesso, una cappa di piombo viene inculcata dai mass media e da certe forme di potere occulto per rendere gli utenti un esercito di non-pensanti. E' necessario liberarsi da questi vincoli tentacolari e ritornare alla natura, portare l'uomo al centro dell'universo e guidarlo verso un nuovo rinascimento.
Fiore Reciso

Si tratta di un'opera altamente simbolica, quasi naif nella semplicità degli elementi che lo compongono. Il fiore reciso nel sangue rappresenta la vita interrotta di Melissa Bassi, studentessa a Brindisi; i libri in aria sono simbolo del mondo della scuola, sconvolto dall'esplosione; l'individuo in giacca nera è il folle che ha provocato tutto ciò, una figura indistinta che si muove di soppiatto nei fotogrammi di una telecamera, come più volte hanno fatto vedere i mass media. Nonostante la drammaticità dell'evento, l'artista riesce a trasmettere poesia ed ottimismo tramite l'uso dei colori e la romantica immagine del fiore reciso.


Caecus Caeco Dux

Il titolo dell'opera ricorda la famosa affermazione di Erasmo da Rotterdam ed è, nello stesso tempo, un popolare proverbio fiammingo. Infatti il soggetto della tela ricorda il celebre dipinto di Pieter Bruegel, "La Parabola dei Ciechi", custodito nelle Gallerie Nazionali di Capodimonte. L'artista ha però reinterpretato l'opera di Bruegel: i ciechi bruegeliani hanno perso i loro paludamenti cinquecenteschi e sono nudi, con le forme tipiche dei corpi di De Cesario, e il paesaggio del pittore fiammingo è stato trasformato in maniera radicale, diventando mare e cielo con varie sfumature di azzurro. All'orizzonte si distingue chiaramente il contorno dell'Italia, paese che, nonostante il suo glorioso passato, sta lentamente affondando in un mare di guai. E' proprio questo il legame con l'attualità: i ciechi rappresentano gli italiani con la loro "cecità" spirituale, sul punto di cadere nel fosso di un destino infelice, come indicano chiaramente gli avvenimenti più recenti della politica. Una nazione che è sempre stata simbolo della Cultura e della Bellezza, ma che ora è in pieno declino. L'artista vuole quindi, con questo dipinto, lanciare un messaggio catartico. Gli Italiani devono liberarsi dai vincoli di un destino segnato, imposto dal potere, devono ritrovare la luce delle menti e del cuore per tornare ad essere faro di Bellezza in tutto il mondo come lo sono stati nel Rinascimento e in altri periodi della loro storia.Nel corso del Risorgimento hanno dovuto liberarsi dello straniero invasore, oggi devono sbarazzarsi dell'ingombrante fardello di una monotona vita quotidiana regolata dalle leggi occultamente imposte dai mass media e da chi li gestisce. " Se un cieco guida un altro cieco, ambedue cadranno nella fossa", dice il Vangelo secondo San Matteo, se i ciechi ad essere guidati sono di più, la caduta sarà ancora più rovinosa. Tutto ciò può essere evitato, l'Italia deve Risorgere o Rinascere.

La Sposa Lasciata

E' una scultura impreziosita da colori vivaci e forme procaci che, già a prima vista, richiama alla mente la mediterraneità di certe figure femminili legate alla tradizione. E' il titolo, poi, che ci fa comprendere il significato simbolico dell'opera. Si riferisce infatti, in senso lato, all'attuale perdita dei valori umani ed etici che caratterizza il mondo occidentale. Più in particolare, invece, l'opera intende denunciare la crisi del matrimonio, della famiglia e l'aumento di separazioni e divorzi. In questo caso quindi il riferimento non è ad uno specifico fatto di cronaca ma ad una tendenza della società moderna: la donna non è più solo moglie e madre, tanti altri ruoli si accavallano e si aggrovigliano nel suo cervello come sembrano indicare le spire del suo copricapo, che diventa una specie di manifestazione esterna di quello che si svolge nella sua mente. La conseguenza di tutto ciò sono le "spose lasciate", coloro che, nonostante il sovrumano impegno nela vita quotidiana, falliscono nella "gestione" della propria vita privata.

www.giorgiodecesario.it









sabato 14 luglio 2007

LA CASA DEGLI ARTISTI contenitore d'arte e di ospitalità

La residenza di circa mille metri quadrati in centro e di fronte al mare è attrezzata per accogliere, con la formula del bed & breakfast, artisti da tutto il mondo, ma non solo artisti, che qui vorranno esporre le proprie opere, creare o trascorrere una piacevole vacanza.
Gli amanti dell'arte potranno utilizzare un laboratorio e cimentarsi nella creazione di opere d'arte.
Gli artisti potranno esporre le loro opere nella galleria personale dell'artista Giorgio De Cesario.
La Casa degli Artisti dispone di 4 camere e due suites, tutte con servizi e ciascuna dedicata a
grandi artisti del passato quali Mondrian, Van Gogh, Leonardo,D'Annunzio,Canova, Bach.
Le suites godono di una bella vista sul mare di Gallipoli e tutti gli ospiti possono usufruire di
un accogliente terrazzo dove fare colazione, chiacchierare, leggere, fare un
idromassaggio nella minipiscina Jacuzzi, dipingere, comporre, creare oppure, per esempio,
assistere ai fuochi pirotecnici di Santa Cristina, uno degli appuntamenti più importanti
dell'Estate Gallipolina.
Gallipoli, infatti, è ormai famosa in tutto il mondo non solo per
la sua spettacolare posizione sulla Costa Ionica, ma anche per la sua storia, le sue tradizioni,
la sua intensa vita culturale e la sua gastronomia. Situata a Km.40 da Lecce, a Km.40 da Otranto e a Km.40 da Santa Maria di Leuca, questa ridente cittadina può essere un ottimo punto di
partenza per escursioni in tutto il Salento.

Per informazioni:
tel. 0833/261865 333/2720348
http://www.lacasadegliartisti.it
info@lacasadegliartisti.it